Giugno 2021

-3- Cosa è il necessario?

La Bibbia accenna ad un periodo, quando l’uomo, nel paradiso terrestre, aveva a disposizione tutto quello che lì c’era, cioè un paradiso. Non doveva solo toccare una pianta di mele che era il simbolo del bene e del male. Ma ad Eva giusto giusto piacque il frutto di quell’albero, e ne offrì anche al suo consorte che lo accettò. Non avevano capito tutti e due che il padrone del bene e del male era solo il Creatore che si conservò il dominio su di esso. Questo simbolico racconto molto semplice però esprime l’essenziale della storia dell’uomo, che pur avendo a sua disposizione tutto il bene che può desiderare, invece facilmente sceglie il male che, ad una considerazione superficiale, sembra più affascinante, pur contenendo la radice di tutti i mali che è quella di voler sostituire Dio che è eterno. Qual è per sua natura il massimo bene che possa desiderare l’uomo?

A pochi o a molti potrebbe capitare l’occasione di farsi una bella passeggiata reale o immaginaria per tutto il mondo, con la quale si possa osservare tutto ciò che esiste. Tutto l’esistente nel mondo è talmente vario ed immenso, che come dice questo stesso termine, è immisurabile ed incalcolabile. E invece c’è una sola realtà che l’uomo ha a sua completa ed esclusiva disposizione e non esiste altra cosa simile. Come si fa a trascurare proprio questa? Essa è la bontà e l’amore di Dio che si collegano con la responsabilità dell’uomo. Essi sono gratuiti ed universali per gli uomini, e li rendono padroni di tutto il mondo, però comprendendo per bene cosa sia questa padronanza. Una delle prime cose che bisogna conoscere è il tempo che corre velocemente e sembra avere qualche consistenza e invece non ne ha, perché esso non è altro che la misura del movimento di tutte le cose, le quali per di più corrono velocemente. Uno solo è sempre lo stesso, perché è eterno. Egli è l’unica realtà che non possa capirsi ed è la più importante. Che cosa sceglie l’uomo? Basta dare un’occhiata alla sua storia di alcuni secoli o anche di non molti millenni per rendersi conto di quello che sa fare, e non c’è bisogno di tornare sempre a narrarla perché essa più o meno è a tutti nota e più o meno si ripete continuamente. Corrisponde alla coscienza che ognuno ha a sua disposizione, alla sola condizione di saperla usare. Dio e la coscienza umana sono le premesse indispensabili per capire cosa è il necessario. Esso non è la sfrenata spinta di conquistare e di impadronirsi di tutto il mondo come da sempre ha tentato di fare l’intera umanità con guerre, ingiustizie e prepotenze, sempre più o meno effimere e quasi nulle davanti all’eternità. Quasi tutti gli storici perdono gran parte del loro tempo a narrare tutte le vittorie e le sconfitte di popoli, eserciti e generali più o meno inutilmente famosi perché asserviti al male. Solo pochi hanno lasciato il ricordo di opere lodevoli a favore di uomini spesso invece operatori di male nel loro tempo fuggente. Quanti sono stati coloro, nel corso dei secoli, che si sono chiesti che senso ha la vita? E cosa hanno guadagnato coloro che hanno creduto che essa consista nelle vittorie militari senza chiedersi se esse sono state meritevoli di elogi o inique con uccisioni, prepotenze e furti? E come si possono usare tutti i beni conquistati dagli uomini nella loro breve durata come è risultato all’Impero Romano alla sua fine? C’è Qualcuno che ha dato adeguate risposte a queste domande e continua a darle. Quali sono i beni necessari alla vita di tutta l’umanità? Essi si dividono in due categorie: la pima riguarda i beni indispensabili per la vita di ogni uomo, pane, acqua, aria e salute. Dio dà gratuitamente l’acqua e l’aria, ma l’uomo il pane deve guadagnarselo col sudore della sua fronte e la salute bisogna saperla curare e mantenere avendone la possibilità. Questi sono mezzi materiali che comportano la vita e la morte e Dio li considera obbligatori per tutti. La seconda categoria di beni riguarda quella che l’uomo può procurarsi col suo impegno. Essi sono l’istruzione, l’educazione, la cultura, il lavoro. Sono necessarissimi, ma bisogna potere e sapere guadagnarli e procurarli con l’impegno. Compito della società è di favorire l’acquisto e lo sviluppo di queste qualità per ogni uomo. Infatti esse sono caratterizzate dall’intelligenza e la buona volontà dell’uomo che deve badare a queste cose, il che avviene con suo merito o demerito. Ma poiché il pane, l’acqua e la salute oltre all’aria sono assolutamente indispensabili è compito dell’intera società quello di garantirli a tutti e permettere a tutti di poterli usare. Quali limiti possono avere questi ultimi impegni? Nessun limite imposto, perché essi sono indispensabili e necessari per tutti come uguale è la natura umana di cui solo Dio è il padrone. Tutti i tipi di limiti che si sono creati in tutto il mondo sono artificiali e non essenziali ed è giusto che possano essere accessibili a tutti in condizioni ragionevoli senza vincoli e confini né di Stati né di sviluppo di persone, così come l’uomo nasce naturalmente con essi e deve avere la possibilità di svilupparli. Come si spiega allora che sulla terra sono stati arbitrariamente introdotti limiti e confini per tutto e per tutti, indipendentemente dalla loro corretta intenzione? Sono essi giustificabili? O si deve curare per tutti la possibilità di raggiungerli per meriti personali? Sono molti gli uomini nel mondo che cercano lodevolmente di risolvere questi problemi, ma forse più ancora sono coloro che cercano di impedirne la soluzione a proprio vantaggio. Essi ammettono confini che, sono del tutto secondari riguardo alle qualità e alle essenziali competenze che Dio ha dato a tutti per poterli usare. È compito dell’uomo di permettere di raggiungere le condizioni che Dio richiede a tutti, ed essi possano raggiungerli. Impedirne il raggiungimento o la possibilità di provarci è contro la volontà di Dio. Diceva san Basilio il Grande: Le opere di amore e di rispetto che voi non compite, altrimenti dette carità, “sono altrettante ingiustizie che voi commettete”. E Cristo ha detto: “Avevo fame e avevo sete” e il resto che ne consegue è facilmente comprensibile senza limiti di Stati e di continenti, sia in condizioni positive che negative.

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-4- Le usanze dei millenni

Il più antico libro dell’umanità, più o meno universalmente conosciuto fino ai nostri giorni, è la Bibbia. Essa narra l’inizio dell’umanità e si estende fino ai tempi di Cristo per un certo numero di migliaia di anni che concordano con i calcoli più brevi di alcuni studiosi ma discordano dai calcoli di tanti altri. Ognuno certo aderisce alla narrazione dei fatti che crede più giusta; però da lungo tempo è stato affermato e in gran parte condiviso che non può esistere la doppia verità. I cristiani anche quelli più sommariamente istruiti, credono che la Bibbia, sia dell’Antico che del Nuovo Testamento, sia la Parola di Dio e accettano la datazione che indica solo una decina di migliaia di anni dalla creazione dell’uomo e non quella che indica molte centinaia di migliaia di anni o anche centinaia di milioni o di miliardi. Uno tra i tanti possibili argomenti si chiede cosa avrebbe fatto l’uomo in tempi così lunghi, sempre che sia stato uomo, mentre recentemente in un tempo piuttosto breve ha fatto tutto ciò che ora con meraviglia si può osservare. La Bibbia indica pure una divisione del tempo che va dalle origini alla nascita di Cristo, dopo della quale, tanti popoli o quasi tutti, accettano quella enumerazione che va da Cristo in avanti. E questa differente enumerazione indica non solo il correre degli anni, ma anche le differenze di culture e di civiltà in essa comparse. Un simile calcolo non è impossibile, mentre per tempi molto lunghi è difficile. I cristiani tuttavia considerano inizio dell’umanità quella testimonianza di qualsiasi tipo di argomenti che indica un comportamento manifestamente umano, sia nel bene che nel male, che non può essere quello delle amebe nuotanti nella brodaglia tiepida originaria o quello dei topolini arboricoli o delle scimmie, che si conta a miliardi di anni. Il tipo di calcoli più breve di inizio dell’umanità potrebbe risalire a circa dodici o tredici mila anni. Essa comincia con una situazione molto benevola nei riguardi dell’uomo posto al centro di tutto il mondo e dotato di qualità del tutto uniche non prive di libertà e anche di responsabilità. Chi l’ha creato gli ha posto qualche condizione che in poche parole però indica l’essenziale della sua esistenza, consistente nella sua vita e nella sua capacità di distinguere il bene dal male. Ma quella libertà molto gradevole e importante risultò però pericolosa come l’altra capacità di sapere e voler distinguere il bene dal male. Così successe che una delle prime azioni fatte da Dio a favore dell’uomo consistette nella creazione della donna e della famiglia, non soltanto in questi dati di fatto, ma anche nella loro istruzione, nel numero e nelle qualità per tutta la loro durata, delle quali non si conosce la fine. Nella Bibbia dell’Antico Testamento è detto che quasi subito dopo la sua creazione, l’uomo dotato di così splendide e uniche qualità, comincia ad abusarne malamente e si dice che mangiò la mela raccolta su suggerimento del demonio. Ma cosa era quella mela tanto importante a cui seguì anche l’espulsione dal paradiso terrestre e la morte anche se non definitiva, ma solo temporanea, che però non può essere del tutto gratuita perché è felice o infelice, secondo la buona volontà di ognuno nell’accettare la volontà di Dio, che comunque da parte Sua, è sempre misericordiosa verso tutti. Ma l’uomo fin dall’inizio della sua esistenza non solo mangiò quella mela tanto dannosa. Nei suoi due primi rappresentanti dopo Adamo ed Eva, diede inizio alla più grande disgrazia di tutti i secoli seguenti: L’invidia degli uni verso gli altri fino alle reciproche guerre ed uccisioni; difatti subito Caino uccise suo fratello Abele che non era malvagio come lui ed era gradito a Dio. La Bibbia continua con la previsione o la narrazione di tutte le malefatte dell’umanità che continuano fino alla distruzione del Tempio di Gerusalemme ed anche per tutti i tempi futuri. Non mi sembra il caso di mettersi qui a narrarle, del resto in buona parte sono note o facilmente trovabili se qualcuno vuole prendersi in mano l’Antico Testamento e la breve storia del Nuovo fino alla resurrezione di Cristo e ai primi decenni della diffusione del cristianesimo. Il tempo che segue è la storia della Chiesa che comincia con la storia di Cristo e dice: “Andando dunque, fate discepole tutte le genti, insegnando loro ad osservare tutto quello che vi ho comandato. Ecco io sarò con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”. In seguito a questi eventi comincia la storia del cristianesimo che predica nel mondo una nuova psicologia liberamente accolta o non accolta secondo la volontà di ognuno, ma tale tuttavia da costituire la nuova storia dell’uomo che all’antica ora aggiunge l’altra che dice: “ amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano…”ecc., come si trova scritto negli Evangeli e in tutto lo spirito del Nuovo Testamento.

    Non facilmente si trova una storia non tanto comune come quella di chi vuol conoscere cosa è successo in tutta l’umanità di bene o di male dall’inizio di essa fino a Cristo, o come anche indica la stessa numerazione degli anni, dopo di Lui. Non è del tutto difficile distinguere in essa ciò che si può chiamare bene e ciò che si può chiamare male, secondo la psicologia di ognuno. Un lavoro del genere non è impossibile in forma più o meno estesa, ma comunque è lungo e vorrei anche dire un po’ noioso perché facilmente si ripete presso tanti popoli, nei quali più o meno prevale il bene o il male.

 

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-5- Le Profezie della Madonna

La Sacra Scrittura presenta pochissime frasi pronunziate dalla Madonna. La maggior parte di esse si trovano concentrate nel Megalini. Nella prima frase c’è scritto; “L’anima mia magnifica il Signore”. È una preghiera di lode come una giaculatoria che forse veniva pronunziata dagli Ebrei devoti all’inizio delle loro giornaliere attività.

La seconda frase dice: “E il mio spirito esulta in Dio mio salvatore”. Qual è il motivo per cui la Madonna chiama Dio suo Salvatore? Essa è andata in fretta dalla sua cugina Elisabetta, essendo stata informata dall’angelo che era al sesto mese della sua gravidanza. Ma appena giunta, vide che anche lei era informata di ciò che le era già successo, infatti subito sua cugina le disse: “Benedetta tu tra le donne e benedetto il frutto del tuo seno. E come mai mi è concesso che la madre del mio Signore venga a me?”. Anche essa è una profetessa e sa che la Madonna è pure incinta solo da qualche giorno, e il bambino che nascerà è “il suo Signore”. Il bambino di Elisabetta “è esultato di gioia nel suo seno” e lei già conosce che la Madonna ha creduto quello che le ha detto l’angelo, e che si avvererà quanto le è stato detto dal Signore. Sa pure che l’inizio di tutte queste cose future non si è svolto in modo tanto semplice perchè il fidanzato della Madonna, Giuseppe, ora detto suo marito, non aveva facilmente accettato quanto aveva raccontato la Madonna a proposito della visita che le aveva fatto l’angelo. Ma anche lui era un uomo giusto. Infatti davanti ad un fatto fuori del comune come quello che raccontava la Madonna, ebbe i suoi dubbi e pensò pure come fare affinchè la Madonna non venisse esposta all’infamia. Ma ci fu pure un Altro che aveva già deciso cosa fare. Infatti Dio mandò il suo angelo a Giuseppe in sogno, e quello gli disse: “Non temere di prendere Maria tua moglie con te, perché ciò che nascerà da lei è opera dello Spirito Santo”. Perché l’angelo comparve a Giuseppe in sogno e non quando era sveglio come aveva fatto con Maria? Ma Giuseppe non fece nessuna difficoltà. Appena svegliatosi ed alzatosi dal letto andò a casa di Gioacchino ed Anna, genitori della Madonna e la prese con sè. Forse già sapeva che Dio parlava con lui in questo modo. Certo è una narrazione estremamente sintetica. In quel tempo forse si usava fare così? Però alle nozze di Cana ci fu una qualche festa con tanti invitati, tanto che il vino offerto loro sembrava non bastare. Ma quello che allora successe lo disse subito Elisabetta: la Madonna era già incinta e le persone interessate lo sapevano. Ma poteva succedere qualche inconveniente nella pubblica opinione, come pure aveva pensato Giuseppe?. Ma il Padre Eterno aveva già organizzato tutto tanto che la Madonna chiamò Dio, tra tutte le qualifiche possibili, anche “suo Salvatore”. San Giuseppe messi subito da parte i suoi dubbi la portò con sé ed anche i suoi suoceri si trovarono d’accordo. Il racconto evangelico non accenna a nessuna festa.

Dopo queste cose continua il discorso della Madonna su Dio e dice: “Egli ha rivolto i suoi sguardi alla pochezza della sua serva ed ecco che fin d’ora tutte le generazioni mi chiameranno beata”. E quello che a questo punto succede è l’inizio delle profezie della Madonna, tali che è impossibile che qualcuno non lo capisca subito. Da allora fino ad ora quanto tempo è passato, e quali elogi sono stati rivolti sempre alla Madonna, tali da poter pensare che non si possa più trovare altro elogio che finora non le sia stato rivolto, anche da Dante, con pieno adempimento di questa profezia. Sembra quasi che la stessa Madonna ne rimanga meravigliata, infatti dice: “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e santo è il Suo nome”. Ed accenna subito ad un’altra profezia fondamentale: “La sua misericordia si estende di età in età su coloro che lo temono”. Le sue profezie a questo punto passano dall’aspetto personale religioso a quello sociale. La stessa Madonna per prima riconosce questo fatto. Infatti comincia a dire: “Ha mostrato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore”. Il primo grande pericolo dell’umanità è la superbia detta satanica, quella di Lucifero che si rifiuta di servire Dio, con tutto quello che ne consegue. Infatti i seguaci di questo tipo di mondo hanno pensato in se stessi e sono riusciti a conquistarsi dei troni con i quali hanno provato ad asservire l’umanità come più o meno fanno tuttora e hanno fatto ovunque per secoli e talvolta anche per qualche millennio. Ma Dio “rovescia quei troni”, perché i suoi progetti sono di altro genere. Egli “Ha esaltato gli umili e ha saziato di beni gli affamati”. La Madonna pensa al passato o al futuro? Qui c’è un tempo verbale poco usato che però è conosciuto e dal passato continua ad estendersi al futuro come è facilissimo da interpretare attraverso le stesse parole della Madonna, che vuol dire: Dio quello che ha fatto nel passato lo farà anche nel futuro perché per Dio non c’è né passato né futuro ma c’è l’eternità. Tanto si estende anche il pensiero profetico della Madonna, o a fatti prossimi a realizzarsi o da realizzarsi in qualche lontano futuro. E l’opera di Dio si completa, perché l’agire dei ricchi, se abusano dei loro beni e sono insensibili verso i poveri nelle necessità essenziali, è colpevole ed essi non possono sfuggire alla pena che si meritano come dice anche per il Giudizio Universale: “Andate maledetti al fuoco eterno, perché avevo fame…e avevo sete….”. E non mi avete aiutato. E anche dice quello che già prevede la Madonna: “Ha rimandato a mani vuote i ricchi”.

Ma Dio è sempre misericordioso verso quelli che lo temono e si ravvedono dei loro misfatti. Cosa ci può essere peggiore del fatto di prendere lo stesso Dio che, in modesto aspetto, è venuto ad aiutarli e crocefiggerlo non sapendo quello che fanno, mentre altri l’hanno riconosciuto fino ad andare incontro alla morte?

E qui mi pare che si possa riconoscere il preannunzio del più grande prodigio della storia umana, fatto dopo duemila anni a favore del popolo di Israele, i cui antenati avevano rifiutato di riconoscere Cristo. La Madonna dice dopo tutte le altre cose sopra accennate: “Ha soccorso Israele suo servo ricordandosi della sua misericordia come anche aveva detto ai padri nostri ad Abramo, e ai suoi discendenti nei secoli”. Il popolo ebreo a suo tempo ha rifiutato e condannato Cristo che tanti altri da allora fino ad ora hanno riconosciuto come Dio e figlio di Dio. Ma Dio finalmente “ricordandosi della sua misericordia”, che dura fino ad ora e in eterno, ha soccorso effettivamente Israele dopo l’orrore della shoah. Così mi sembra che possa interpretarsi la recente ricostituzione dello Stato di Israele, che era stato allora cancellato dai Romani, pochi anni dopo la Crocefissione di Cristo ed anche la sua resurrezione con molte prove. Non so se sia mai esistito qualche Stato che si sia riorganizzato dopo così lungo tempo sulla stessa base del suo popolo.

Dopo le parole della Madonna qui sopra riportate, mi sembra che possano pure interpretarsi le parole dette da San Paolo, per ben due volte ripetute. (vedi lettera ai Romani cap. XI v. 25-27 e II lettera ai Corinti cap. III, v. 15-16). Per i Cristiani, queste parole di San Paolo sono Sacra Scrittura come l’Antico Testamento ed anche il Nuovo e tutti i cristiani sanno che il cristianesimo proviene dall’ebraismo e dalla discendenza di Abramo. Essi non possono che rallegrarsi vedendo che l’ultima profezia della Madonna dice: “Ha soccorso Israele suo servo, ricordandosi della sua misericordia, coma ha detto ai nostri antenati, ad Abramo e alla sua discendenza nei secoli”. Recentemente si è ricominciato come al tempo di San Francesco d’Assisi ed anche con Papa Francesco, a mettere in evidenza che secondo l’Antico Testamento, anche i Musulmani sono discendenti di Abramo, al quale pure è stata promessa una numerosa discendenza attraverso Ismaele, non certo comunque a livello delle promesse fatte agli Ebrei. Chi sa che questi tre rami della discendenza di Abramo: ebrei, cristiani e musulmani, non arrivino a rinnovare il meraviglioso spirito del loro antichissimo antenato, con tutte le debite conseguenze, dopo alcune migliaia di anni che corrispondono, come accennato per gli Ebrei, a quelle profezie della Madonna per i seguenti secoli, che sicuramente sono quelli posteriori a quelle parole, perché il popolo di Israele, pochi decenni dopo Cristo, perdette il sui Stato che solo ora recentemente è stato ricostruito.

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