-4- Comunicazione circa la Regola d'Oro della Meccanica, il Principio di Conservazione dell'Energia e il Moto Perpetuo

Questa comunicazione segue due domande di brevetto già pubblicate nel sito: “ignazioparrino.it” di cui la prima dal titolo: “Congegno per Ottenere Energia da Fonte Statica” N° 42007/84 del 1984 già pubblicata nello stesso anno e l’altra: “Una Variante della Stadera” N° 1020170007574 del 26 – 9 – 2017, ambedue rimaste sospese in attesa di poter completare il relativo modello per il sottoscritto eccessivamente costoso.

Queste due domande, nonostante le vicende da esse attraversate sono parte integrante di questa comunicazione. Seguono pure altri congegni come richiesto da alcuni colleghi di nazionalità italiana o estera e anche industriali. Essi sono differenti nelle loro forme ma sostanzialmente uguali nei loro contenuti e costituiscono anch’esse parti integranti delle due sopraddette domande di brevetto, ed hanno ottenuto i relativi brevetti, cosa che non è più successa con altri congegni e modelli in seguito presentati che pure dimostrano la inesattezza dei tre cosiddetti principi fisici come ora stesso qui si dimostra e ulteriormente si dimostrerà in seguito.

Nella linea di coloro che hanno accettato e confermato il ragionamento del sottoscritto sulla forza statica posta in rotazione, che contro idonea resistenza diventa energia, egli comunica che è riuscito a realizzare un ancora parziale modello riguardante le due domande di brevetto di cui qui sopra, che si sono andate progressivamente completando. Tale completamento del congegno teorico e relativo modello come qui di seguito indicato permette ormai di evitare le infinite discussioni sempre rinascenti in Italia e talvolta anche all’estero perché “contra factum non valet argumentum”. Infatti il significato del congegno teorico e relativo modello essenziale confermano le previsioni contraddicendo alcune cosiddette leggi fisiche malfondate ed erroneamente diffuse talvolta anche a livello mondiale e secolare. Fin dall’inizio questo mio discorso è stato affermato e confermato, dal Prof. Francesco Costanzo della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Palermo ed anche da alcuni brevetti concessimi a loro tempo firmati dal dirigente dell’ufficio brevetti di Roma Ing. Attilio Roncacci.

Punto di partenza incontrovertibile di fronte a qualsiasi discussione è il crollo della cosìdetta Regola D’Oro che non è affatto d’oro quando incontra una leva sotto carico in posizione statica cioè equilibrata, posta su un fulcro girevole o mobile. In tal caso, come nella bilancia o nella stadera, aggiungendo una quantità minima di energia, l’intera leva statica sotto carico si mette in rotazione. Il fatto fu notato perfino dal re profeta Davide, circa tre mila anni fa, come indicato nel salmo 61-vv 13,14. Egli dice che… i pesi minori, “posti nella bilancia vanno in su, più leggeri di un soffio tutti insieme” permettendo di renderli utilizzabili per intero, esclusi gli eventuali attriti. La forza dalla leva prodotta, derivante dalla differente lunghezza dei suoi bracci, come riconosce la stessa Regola d’Oro, senza alcun bisogno di rotazione del braccio della potenza assieme a quello della resistenza, produce l’intero guadagno in forza. Avendo così a disposizione una forza statica ponibile in rotazione, che quindi diventa dinamica, non c’è più bisogno di continuare a parlare del principio di conservazione dell’energia e della relativa pseudolegge che pretende pure di essere teologica oltre che meccanica, senza essere né l’una né l’altra. Infatti in modo gratuito afferma l’eternità della materia che invece si crea e si distrugge e non muta da se stessa. Ma il fatto più rilevante è un altro. Il famigerato “moto perpetuo” che viene tirato in causa da tutti i testi di meccanica del mondo e dalle relative pseudoleggi, anche confermato da stelle e pianeti e dai relativi moti di rotazione, rivoluzione, nutazioni ecc. ed anche parzialmente confermato dai satelliti artificiali, non presenta alcuna difficoltà se anche su questa terra la produzione di forza operata dalla differente lunghezza dei bracci della leva sotto carico, viene posta su fulcro girevole attorno ad un asse.

L’esperimento ora realizzato conferma l’intuizione di fondo del congegno, cioè quella di ottenere quasi del tutto gratuitamente una forza in movimento che quindi si chiama energia in tutte le possibili condizioni e dimensioni.

L’esperimento realizzato consiste nell’aggiunta di un motore elettrico di 11,86 volts in entrata, che attraverso la leva, come sopra indicato, dà in uscita (in un alternatore di potenza massima di 1000 (mille) watt,  con variazioni da 12 a 70 volts), circa 60 volts, alquanto variabili, misurati con un voltimetro, a causa della necessità di un ulteriore adattamento del congegno a suo tempo fatto per altro tipo di sperimentazione quella dell’equilibrio ottenuto tra loro da due differenti pesi, anch’essa comunque ben riuscita.

Questi due risultati dei miei relativi congegni corrispondono a quanto scritto nella interlocutoria alla domanda di brevetto N.102017000107574, spedita da Roma il 23-01-2018, nella quale a mio giudizio, non proprio chiaramente, ad opera degli autori di essa o loro collaboratori è stato scritto: “Il trovato oggetto del brevetto è costituito da un dispositivo che produce in uscita una quantità di energia maggiore di quella che consuma”. In tale lettera stranamente non si parla dell’evidente fondamentale superamento della cosiddetta “Regola d’Oro della Meccanica”, base di tutte le relative conseguenze.

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