Luglio 2021

-1- Una Tesi di Laurea su Costantino Mortati

PREMESSA

Poco dopo l’anno 2000 volli approfondire la mia conoscenza su Costantino Mortati, quindi scrissi la dispensa relativa e tenni un corso su di lui all’Università.

Dopo qualche altro anno dovetti fare un trasloco della mia casa. Non immaginavo che forse qualche operaio che l’aveva effettuato, potesse essere interessato a qualcuno dei miei opuscoli o dei miei libri. Ma presto mi accorsi che mancavano alcune delle mie dispense o pubblicazioni e la carpetta dei miei brevetti con relativi studi preparativi. Capii subito che il danno non poteva essere consistente perché facilmente rimediabile. Ma un poco alla volta mi accorsi che il fastidio causatomi da quella piccola mancanza non fu del tutto insignificante. Volendo pubblicare la mia dispensa su Costantino Mortati non riuscii a trovarne nemmeno una copia. Però c’era stata una tesi di laurea su di lui che era rimasta memorabile per il personaggio sul quale essa si era svolta e per i temi trattati alcuni dei quali risultavano piuttosto nuovi.

Il giorno della discussione della tesi: “Costantino Mortati, consuetudini e costituzione materiale” della candidata Danila Mauro, si radunò una tale massa di ascoltatori che l’Aula Magna non riuscì a contenerla ed anche l’atrio che è davanti ad essa diventò affollato. Ci fu anche un altro fatto, del quale non era mai successo niente di simile. Tutti i nove membri della Commissione di Laurea vollero fare ognuno un suo intervento. Alcuni di questi interventi inizialmente non sembravano del tutto appropriati. Trattavano delle basi del greco classico, della relativa filosofia antica, dei vari imperatori greco-illirici, dell’antico impero romano e di quello bizantino, della straordinaria figura dello Skanderbeg e del tipo di civiltà e di storia del suo popolo in parte trasferitosi in Italia, ed in ultimo anche di tanti princìpi delle relative tradizioni giuridiche che trapelavano nell’opera del Mortati.

C’è da ricordare che lo stesso Mortati era di origine Greco-Albanese d’Italia e che al tempo di poco precedente che era quello del Crispi e di Leone XIII, si erano cominciati anche ad approfondire gli studi sui Kanun (codici consuetudinari) di varie tribù albanesi specialmente di quelle dei Gheghi dell’Albania del Nord, di quelli della Dibra e della Matia, poi detti di Skanderbeg, di quelli degli Italo-Greco-Albanesi, attraverso gli studi dei loro Capitoli di fondazione, ed anche di altri gruppi più o meno presenti nella Macedonia ed in altre tribù confinanti con essa, fino ai Kanun dei Sullioti dell’Albania del Sud. Attraverso tutti i princìpi giuridici che si sono ricavati da questi studi, specialmente ad opera del Valentini e del Mortati, non sempre espressamente citati, emerge qualche parte della struttura fondamentale della concezione giuridica di varie costituzioni, inclusa quella dello Stato italiano, che hanno espresso corrispondente interessamento.

Per l’approfondimento di alcuni più specifici temi di quella Commissione di Laurea era stato invitato come correlatore anche il Professore Aurelio Anselmo della Facoltà di Giurisprudenza. Qualche membro della Commissione di Laurea di quel giorno si avvicinò al Professore di Albanese di Palermo congratulandosi per la vastità e la complessità del patrimonio albanese i cui collegi, seminari e monasteri in vari periodi storici, hanno influito sull’opera del Mortati attraverso la quale lo stesso studio dell’Albanese “prendeva quota”. La dottoressa Danila Mauro, nei piccoli limiti di spazio concessi per la sua tesi, non poteva certo approfondire tutti questi temi, come compaiono nel Mortati, ma certamente ne dà chiari indizi ovviamente di ambito giuridico. Ho pensato perciò di chiederle il permesso di pubblicarla in questo sito, che fu da lei subito dato.

Da parte mia sono molto lieto che sia capitata questa occasione corrispondente all’impegno della dottoressa nello scrivere questo lavoro e nei meriti che si è conquistata nel presentarlo. Di questi vari indizi nel campo giuridico e anche politico parla buona parte del mondo che, trae qualche ispirazione come comunemente si dice, dalla “più bella Costituzione del mondo”.

 

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