-15- Sapienza di Lunga Durata In evidenza

Premessa

 La Sapienza, ossia la capacità di valutare correttamente i pensieri e le azioni, sottintende anche una sufficiente loro conoscenza, la quale si acquista con l'esperienza di tutto ciò che può capitare nella vita. L'acquisto di essa non può essere una impresa facile né può realizzarsi in breve tempo. Essa non si identifica con la scienza magari ipotetica di tutto lo scibile, e non è separabile dalla prudenza. Non c'è uomo, che pur sapiente per quanto si voglia, non sia incorso, prima o dopo, in qualche sbaglio. Quindi non è mai esistita la perfezione in questo campo e l'acquisto di essa, nei suoi possibili limiti è piuttosto un dono di Dio, che non del tutto una personale conquista. Ma ci sono stati tanti uomini che hanno raggiunto livelli altissimi di qualche scienza di pensiero filosofico, di poesia, d’arte, ed è facilissimo fare tanti nomi che meritano anche di essere ricordati. Essi possono avere avuto la possibilità di usufruire di quanto hanno prodotto tanti uomini non certo in tutto lo scibile o agibile del mondo o dei secoli ed è indispensabile fare le dovute distinzioni che richiedono anche molta modestia che si usa anche chiamare umiltà. Vero che ci sono tante biblioteche specializzate o di qualsiasi argomento, o cartacee o di tutti i generi possibili e recentemente quelle telematiche che in poco spazio radunano patrimoni culturali vastissimi, ma la sapienza non è quella dei libri e dei codici di qualsiasi genere. Essa è la virtù degli uomini che sanno bene di essere solo di passaggio in questo mondo e quindi ogni uomo che nasce deve capire per bene che se vuole essere un sapiente deve cominciare pazientemente ad acquistare la conoscenza fin dove può arrivare, con la chiara coscienza dei suoi limiti irraggiungibili.

La mente umana ha numerose risorse addirittura tali che sembrano inimmaginabili e talvolta lo sono veramente, e la prima risorsa nell’ambito della Sapienza dovrebbe essere quella di limitare al massimo la parola che è uno splendido strumento che deriva da qualità mentali invisibili ma intuibili e controllabili e da un suo grande collega che si chiama silenzio. Questo felice connubio ha prodotto risultati impressionanti in tanti campi. Non è possibile dire in tutti, ma in alcuni campi certamente esistono tanti che cercano per tutta la vita di approfondirli. È sicura l'esistenza dei limiti della sapienza ma spesso di essa è ignota l'esistenza tanto è profonda e modesta, ed è spesso una qualche approfondita “scienza del proverbio”.

Alcune sue qualità sono conosciute ma non tanto prese in considerazione. Essa non si serve di carte o pergamene, o marmi ecc., ma abitualmente si serve del più volubile strumento che esiste che è la parola, da un celebre poeta detta “alata”. Eppure quella parola alata valica i secoli ed i continenti tramandandosi da persona a persona, anzi ha formato addirittura un pregevole genere letterario col quale sono stati scritti pure i più importanti testi dell’umanità nonostante che i comandamenti siano stati scritti nell’Esodo con una certa ampiezza.

Tuttavia nelle forme comunemente diffuse, essi sono proprio sintetici e sembrano quasi essere dei proverbi. Stessa forma hanno assunto alcune antichissime leggi sociali che, pure ampiamente commentabili e commentate, sono diffuse in forme di proverbi facili da capire e ricordare e sono ammirevoli e profondissime. Uno afferma l'assoluta uguaglianza di tutti gli uomini, come viene intesa da essi, ognuno dei quali si ritiene di avere, come persona, lo stesso valore di qualsiasi altra: “Ognuno pesa nella sua bilancia 400 onze”, cioè la massima cifra che secondo la tradizione bizantina potesse possedersi, e tale per principio viene riconosciuta a qualsiasi persona che non sia stata pubblicamente condannata. Un altro proverbio tramandato da tempo immemorabile afferma che qualsiasi famiglia debba avere il necessario per la sua alimentazione ed anche per altre indispensabili necessità, che tutte una volta provenivano dalla terra: “Ogni casa che fa fumo deve avere il suo pezzo di terra”. Queste dieci leggi di Dio dette Comandamenti e queste due leggi sociali, diventate dei veri e propri proverbi, abbracciano l'intera vita umana sia religiosa che sociale. Ma il discorso dei proverbi scende anche nei particolari della vita di ogni uomo sempre con lo stesso stile sintetico ma con grande abbondanza di precisazioni.

Abitualmente i proverbi vengono citati a memoria secondo le circostanze; queste però sono molto dettagliate. Ci sono stati degli uomini che hanno sviluppato le loro teorie o anche azioni che nel corso dei secoli vengono o ammirate o anche dimenticate o condannate. Ma non si sa chi per primo abbia pronunziato l'uno o l'altro dei proverbi. Essi vengono imparati a memoria e citati al momento opportuno e ognuno li capisce facilmente sia che li citi o li ascolti, e per questa via i proverbi percorrono i tempi e gli spazi anche immensi o i millenni e se qualcuno di essi non merita questo onore prima o dopo viene criticato e anche dimenticato, secondo la validità o meno di ciò che afferma. Infatti ci sono pure dei proverbi che sono espressioni di società non tanto corrette, nonostante che i singoli proverbi siano spesso dei capolavori. Secondo la loro natura prevalentemente popolare, non sempre godono del prestigio che meriterebbero. Per questo ho cercato alquanto qualche eventuale lavoro che abbia pensato a commentare quelli che è già capitano di incontrare, perché non è possibile ricercare tutti quelli che nei vari popoli e nei vari secoli siano esistiti. Ma non avendo trovato lavori del genere, nell'ambito di non molte ricerche, mi sono deciso a commentare quelli che, con l'aiuto di alcuni amici, sono riuscito a trovare tra gli Italo-Albanesi o Greco-Albanesi che si sono ambientati in Italia ormai da sei secoli in qua, riuscendo a conoscere abbastanza le loro essenziali caratteristiche assieme a quelle acquisite nel loro attuale ambiente. Risulta così, direi anche con meraviglia, che tanti proverbi, anche di origine analfabetica, non sembra che derivino dagli studi, ma sono semplici risultati dell'intelligenza umana o piuttosto della genialità di qualcuno, anche.se non istruito. Chi vorrà leggere il testo che allego a questa premessa ne troverà tanti esempi e potrà valutarli da se stesso. Quindi la precedenza su tutte le attività umane tocca alla naturale intelligenza dell'unico essere che la possiede per natura. Così i grandi sviluppi di alcuni popoli non sono esclusivi ad opera di alcuni geni, ma sono il risultato dell'attività di popoli che nel loro insieme sono riusciti a realizzare le civiltà che li hanno caratterizzati, ognuno per il suo verso come i Greci, i Romani, gli Etruschi, ecc. Ad essi si possono aggiungere anche quelli che per loro iniziativa hanno anche realizzato varie forme di religiosità che non sia rivelata, come per varie vie si può dimostrare, e allo stesso modo si può spiegare come altri popoli abbiano preso altre vie con corrispondenti risultati, senza voler escludere i possibili interventi soprannaturali o affermarli per forza. Manifestazioni del genere esprimono il livello di civiltà raggiunto da vari popoli di cui sono testimonianza i proverbi, come naturale espressione delle differenti forme di sviluppi che sorgono o decadono e si misurano a volte non tanto ad anni, ma a secoli. Il vero problema che si pone è quello di vedere quali forme si possono chiamare espressione di sapienza o di civiltà ed eventualmente individuarne anche le cause. Ma c'è anche un altro aspetto abbastanza noto del quale sarebbe giusto prendere approfondita coscienza. Certo i popoli, nei vari corsi e ricorsi della storia, sorgono e decadono e sono molti quelli che hanno segnalato tali fenomeni dei quali con qualche probabilità si sono anche segnalate le lunghezze dei periodi, non prive di eventuali cause e tutte destinate a finire. C'è un solo popolo del quale tra sviluppi e decadenze si segnala una durata, in alcuni suoi aspetti, che è la più lunga tra quelle di tutti i popoli del mondo. Qual è? Questo fatto merita certamente qualche riflessione.

 

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