-4- Società D'Oriente - Tre pilastri portanti del rito greco-bizantino

Dispensa - Palermo 1980- V. Società D’Oriente, Vol. III, Pag. 288-318 pro manuscripto

PREMESSA

 

Nei Gruppi di Cultura Cristiana iniziati nella Parrocchia San Giovanni Bosco di Palermo nel 1967 che si andavano lentamente diffondendo in altre parrocchie, in un Istituto di suore ed in un Seminario e anche all’Università, qualche volta teneva le riunioni Padre Puglisi, ora beato, il cui fascino era notorio ed impressionante. Cominciava a tenerle anche qualche giovane che aveva partecipato ormai da vari anni al gruppo iniziale. Una volta a proposito di uno di questi che teneva queste riunioni si sentì dire: “Quando entrava lui sembrava che entrasse Gesù Cristo”. Ovviamente l’ammirazione non era rivolta a colui che lo presentava ma allo stesso Cristo che veniva presentato.

Nella Facoltà di Lettere dell’Università di Palermo, accanitamente rossa, con soli pochi elementi di differente orientamento politico, il sottoscritto certo non era molto ben visto dalla stragrande maggioranza ma solo dai pochi cattolici. Quando uscì la dispensa “Oriente d’Italia” (che presto presenteremo qui), tutti se la lessero e ne parlavano tra loro sottovoce o facevano accenni rispettosi ma ironici. I cattolici cercavano di sostenerla. In uno dei primi giorni in cui tutti parlavano di quella dispensa, in un lungo corridoio molto affollato di docenti e studenti, mentre l’autore di essa era da una parte estrema di esso, un professore cattolico, dall’altra parte, gridò con evidente riferimento a quella dispensa: “Maestro insigne”.

Crediamo utile riportare quest’altra dispensa su simili tematiche che riguardano un aspetto dell’attività religiosa e scientifica personale dell’autore, ormai libera da influenze ambientali. Essa rispettosamente espone in forma sintetica un’analisi critica della vita religiosa e sociale di quei tempi. Presenta pure le linee dell’attività svolta dal Gruppo di Cultura Cattolica “San Gregorio Nisseno”, sviluppatasi fino al 1980 quando il Cardinale Pappalardo, Arcivescovo di Palermo, ne volle sostenere l’idea con i suoi Centri Teologici di Base e con la Facoltà Teologica San Giovanni Evangelista fondata da lui a Palermo.

L’unico sviluppo religioso in un paese tra le colonie albanesi di Sicilia fu dovuto alla lungimiranza di un piccolo popolo a proposito di questa attività, a parere di qualcuno. Esso è avvenuto in seguito all’azione di una persona che dovette affrontare varie difficoltà prima di iniziare questo tipo di lavoro. Ma c’erano anche degli aspetti positivi. In una classe di una scuola pubblica, alla fine dell’anno, gli alunni, al posto della lezione di religione, vollero fare loro stessi la lezione ed espressero per iscritto il loro parere su tutte le materie che si insegnavano. A proposito della religione dissero: “Gesù Cristo in classe”.

Il principe Ndue Jonmarkai che seguiva l’attività di questo docente con notevole interesse e con un entusiasmo quasi esagerato, un giorno gli disse: “Hai alzato di nuovo la bandiera di Skanderbeg”.

Questa dispensa riflette vari aspetti di una mentalità ancora corrente nei primi anni dopo il Vaticano II. Essa già esprime però le istanze che si sono andate subito dopo affermando, tanto che sembra quasi echeggiare in anticipo alcune proposte dei papi seguenti. Esse riguardano la necessità della concreta riforma epocale della Chiesa tuttora in corso, non riguardante la sua parte dogmatica, ma solo quella canonica e rituale dei vari riti dietro richiesta dello stesso Concilio. Essa fu coraggiosamente avviata e realizzata dai Papi San Giovanni XXIII, San Paolo VI, San Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e poi proseguita finora dal Papa Francesco.

 

 

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