Logo
Stampa questa pagina

-5- Società d'Oriente -La riforma agraria di Eraclio e la tradizione del cristianesimo - vol I, Parte I, cap. II, pag 77-89 In evidenza

PREMESSA

 

GLI UOMINI: TUTTI FIGLI DI UN UNICO PADRE

    È o non è un principio il seguente periodo? “Ogni uomo, che nasce in qualsiasi parte della terra, ha diritto di avere il necessario per la sua vita come colui che, oltre al necessario, disponga di altri beni materiali superflui. Riguardo a questi beni ha diritto di disporne chiunque, bambino o adulto, che manchi del necessario, perché la vita di qualsiasi uomo è più importante di quei beni superflui”.

Questo periodo modernizza quelli originali della stessa Bibbia e della tradizione del cristianesimo. Infatti: “In principio Dio creò il cielo e la terra”. Alla fine della sua settimana creativa di questo nostro mondo, al sesto giorno “Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza. Li creò maschio e femmina, li benedisse e disse loro: prolificate, moltiplicatevi e riempite il mondo, assoggettatelo e dominate sopra tutti gli esseri: i pesci, gli uccelli, gli animali, ogni pianta che fa semi, ogni albero fruttifero che fa semi e questi vi serviranno per cibo” (e non certo per abusarne e per sprecarli).

Ma questa narrazione del principio della creazione di questo mondo ha bisogno di qualche chiarimento. Qual è il cielo e la terra che Dio creò in principio? Quella terra del principio, a differenza del cielo, non sembra tanto buona. Infatti era deserta e vuota e le tenebre coprivano il suo abisso. Ma Dio non crea cose non buone. Vi comparvero pure le acque e su di esse aleggiava lo Spirito di Dio. E queste quindi erano buone. Poi Dio creò la luce e vide che era buona, ma egli la separò dalle tenebre delle quali non disse che erano buone. Ad esse quindi assomigliava quel serpente che comparve ad Eva subito dopo la sua creazione. Così si pone un grosso problema. Da dove vengono la terra arida e vuota, le tenebre e il serpente? Essi cattivi dovettero diventarci da soli, avendone avuto la possibilità. Chi l’ha data loro? Essi hanno avuto una libertà che permetteva loro di scegliere tra il bene e il male, di ubbidire a Dio o di disubbidirgli. Ma tale disubbidienza non poteva avere una realtà oggettiva, essa era solo una deviazione morale. Quindi è prevista una delle due possibilità offerte dalla libertà, indispensabile affinchè l’uomo possa scegliere il bene in modo libero e meritorio, e possa stare con Dio, o altrimenti perderlo se sceglie il male.

 

IMPORTANZA DELL’UOMO

Dio creò l’uomo a sua immagine e lo rese padrone di tutte le cose che egli potesse raggiungere, ma si riservò solo un albero, quello del bene e del male, con grandi conseguenze se egli ed Eva l’avessero toccato. Ma appena essi lo toccarono Dio li cacciò dal paradiso terrestre e mise due angeli a guardia di un altro albero, quello della vita, affinchè essi non lo toccassero nemmeno. Quindi Dio di tutte le cose create si riservò solo la vita dell’uomo e la conoscenza del bene e del male, sulle quali egli solo possa decidere. Per tutto il resto Adamo ed Eva furono posti al vertice di tutto il creato di questo mondo al primo posto dopo Dio. L’immagine e la somiglianza con Dio rimane qualcosa che ha l’uomo solo e nessun altro essere creato e la sua qualità esclusiva su questa terra è il suo pensiero che l’ha reso simile a Dio ed è l’unica sua caratteristica che lo avvicina a Lui in somiglianza. Di quel pensiero pure è detto: «In principio era il Lògos, il Lògos era presso Dio e il Lògos era Dio».

Cioè: Dio fin dal principio, a voler parlare più chiaramente, senza immagini, come quelle della Bibbia, creò l’albero della vita che è la stessa vita degli uomini e l’albero del bene e del male che è la decisione su ciò che è bene e su ciò che è male, su cui decide solo Dio, come del resto egli ha chiaramente fatto sapere in tutti i suoi aspetti, e anche ne diede allo stesso uomo chiara coscienza. Ma cosa ha fatto l’uomo? Basta dare uno sguardo anche sommario alla storia dell’uomo di qualsiasi tipo e genere e condizione. Difatti è pure detto che in seguito al peccato di Adamo ed Eva quel peccato in tutte le sue forme è entrato nel mondo e tutti gli uomini siamo diventati e siamo peccatori.

 

GLI UOMINI E I LORO MEZZI DI SUSSISTENZA

Gli uomini sono tutti uguali tra di loro come i figli di un unico padre che nel caso specifico è il Padre Eterno. Ma c’è qualche divergenza nel concepire questa uguaglianza. Né per lungo tempo la storia umana ha dato sufficienti indicazioni per poterla confermare, specialmente riguardo al diritto di tutti di avere il loro necessario, costituito in primo luogo dai loro mezzi di sussistenza. E Dio ha pieno diritto di disporre di queste cose. Infatti dal roveto ardente rispose a Mosè:

(Esodo: 3-14,15) “Io Sono Colui che Sono. Poi soggiunse: Così dirai ai figli d’Israele: Io Sono mi ha mandato a voi. Iddio disse ancora a Mosè: Così dirai ai figli d’Israele: Il Signore Iddio dei padri vostri, Iddio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe mi ha mandato a voi. Questo è il mio nome eterno con il quale mi invocheranno l

e generazioni future” (IAHVÈ- in ebraico e tradotto in greco: O- ON). “Io Sono” significa che Egli è da se stesso, a differenza degli uomini che non sono da se stessi e davanti a Lui non sono gran che, anche se credono di essere chi sa che cosa.

Quel Nome esprime l’autorità di Dio.

 

IL GIUDIZIO UNIVERSALE

Matteo 25, 31-46

Difatti “quando verrà il Figlio dell’uomo nella sua maestà con tutti gli Angeli suoi, si assiderà sul trono della sua gloria. E tutte le nazioni saranno radunate davanti a lui, ma egli separerà gli uni dagli altri come il pastore separa le pecore dai capri; e metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sua sinistra. Allora il re dirà a quelli che sono alla sua destra: Venite benedetti dal Padre mio, prendete possesso del regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo. Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui pellegrino e mi albergaste; ero nudo e mi rivestiste; infermo e mi visitaste; carcerato e veniste a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti vedemmo affamato e ti demmo ristoro, assetato e ti demmo da bere? quando ti vedemmo pellegrino o nudo e ti rivestimmo? Quando ti vedemmo infermo o carcerato e siamo venuti a visitarti? e il re risponderà loro: in verità vi dico: ogni volta che avete fatto questo a uno dei più piccoli di questi miei fratelli, l’avete fatto a me. Infine dirà anche a quelli che saranno alla sua sinistra: “Andate lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno preparato per il diavolo e per gli angeli suoi. Perché ebbi fame e non mi deste da mangiare; ebbi sete e non mi deste da bere; fui pellegrino e non mi albergaste; nudo e non mi rivestiste; infermo e carcerato e non mi visitaste. Allora anche questi gli risponderanno: Signore quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o pellegrino, o nudo, o infermo, carcerato, e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà loro: In verità vi dico: ogni volta che non l’avete fatto ad uno di questi più piccoli, non l’avete fatto a me. E costoro andranno all’eterno supplizio, i giusti invece alla vita eterna”. 

 

SAN BASILIO IL GRANDE E LA GRANDE TRADIZIONE DEL CRISTIANESIMO SEGUITA DA MOLTI MA ANCHE SPESSO DISATTESA

San Basilio è uno dei massimi Padri della Chiesa Orientale, a suo tempo vescovo della Chiesa di Cesarea di Cappadocia, iniziatore degli ospedali dei quali costruì il primo a spese sue e talmente grande che sembrava una cittadina che fu chiamata “Basilìade”. Egli così interpreta il discorso del Giudizio Universale:

“Il pane che a voi sopravanza, è il pane dell’affamato;
la tunica appesa al vostro armadio, è la tunica di colui che è nudo;
le scarpe che voi non portate, sono le scarpe di chi è scalzo;
il denaro che tenete nascosto, è il denaro del povero;
le opere di carità che voi non compite, sono altrettante ingiustizie che voi commettete”.
 
 
PROVERBI POPOLARI
 
Anche i proverbi popolari dicono:
U picca m’abbasta e l’assai m’assuperchia  (il poco mi basta e il più mi avanza).
U superchiu rumpi u cuperchiu (ciò che soverchia rompe il coperchio).
I cosi assai su tutti grattacapi (le molte cose sono tutte grattacapi).
A farina du diavulu diventa cinniri (la farina del diavolo diventa cenere).
Template Design © Joomla Templates | GavickPro. All rights reserved.