Gennaio 2021

-13- L’ Assurdità dei due così detti Principi di Conservazione della Materia e dell’Energia

“Contra factum non valet argumentum”?

 

Si indica così la vanità di tanti discorsi che sono contro il fatto. Ma questo proverbio vale anche al contrario se il fatto testimoniato non è vero. L'elemento essenziale di cui può servirsi l'uomo è il suo pensiero e il conseguente argomento. Fa enorme meraviglia la gran massa degli uomini che affermano fatti e argomenti che sembrano tali, ma senza essere veri.

Nel secolo XVIII molti scienziati di allora si trovarono tra loro in contrasto perché all’antichissima forma di religione che presenta la materia e lo spirito creati da Dio, alcuni, che poi diventarono molti o moltissimi, cominciarono a dire che “niente si crea e niente si distrugge ma tutto muta” fondandosi su alcuni esperimenti chimici ed indebitamente estendendone il significato a tutto l’universo. Essi, invece della materia e dello spirito, cominciarono a dire che c'è il principio di conservazione della materia e quello della conservazione dell’energia col puro ateismo e materialismo (vedi Pietro Silva, Trattato di fisica elementare, volume 1° N° 52, c). Ma poi in seguito al principio della fissione dell'atomo o almeno di alcuni tipi di atomi, e poi di tutti gli altri, conseguì che ad esso succede la constatazione che la materia si distrugge e quindi dato che l'energia è solo una qualità dei corpi comunque materiali, se questi si distruggono per conseguenza si distrugge anche l'energia che è solo una loro qualità in tutti i campi. Vedi ad esempio: il carbone produce calore ma questo non può prodursi senza il carbone e nemmeno senza il carbonaio che lo ricava dal legno. E il legno, il carbone e il calore, anche nei sistemi isolati, non si può dimostrare che non scompaiano del tutto, come scompare l’intero universo nel freddo assoluto e nei buchi neri. Quindi come si arrivò a mettere da parte il principio della conservazione della materia e quindi della sua eternità, lo stesso anche succede ora per il principio di conservazione dell'energia. Se i corpi si distruggono, con essi si distrugge anche quella loro qualità detta energia. L’eternità di questa come quella della materia è stata finora erroneamente propagandata in tutto il mondo, in modo particolare nell’ambito delle relative scienze nelle loro varie forme ed anche nelle leggi che le riguardano come nel caso degli Uffici dei Brevetti d’Invenzione Industriale o d’altro di tutto il mondo.

Questa constatazione oltre che dall’energia atomica partì da una osservazione elementarissima che mostra come la così detta regola d’oro della Meccanica non è affatto d’oro, ma non ha nemmeno nessuna consistenza come si vede ad esempio anche nel caso della stadera in posizione statica sotto carico (vedi domanda di brevetto dal titolo: “Una Variante della Stadera”), nella quale l’energia prodotta dalla stadera, alla vista di chiunque, si sviluppa o scompare nei debiti modi. Consegue quindi il crollo di tutte le teorie fondate su quei due principi della conservazione eterna della materia e dell’energia e in tutte le scienze che le riguardano, scritte nei loro volumi e libri e negli insegnamenti di tutte le Università del mondo ed in tutti i campi dove le religioni si contrappongono ai materialismi ed agli ateismi. Infatti crollano quei due principi dell’eternità della materia e dell’energia cominciate a mettersi in dubbio e negarsi non solo ad opera del sottoscritto che è un letterato autore di alcuni brevetti d’invenzione industriale, che ha in pratica dimostrato il suo assunto coi relativi modelli più o meno completi. Poco dopo l’ha dimostrato anche un Professore di Meccanica e di Macchine della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Palermo di nome Francesco Costanzo, che davanti al secondo modello del congegno da lui stesso esaminato e fatto costruire, scrisse e disse: “qui cade la regola d’oro della Meccanica; qui è il principio di conservazione dell’energia che se ne va a carte quarantotto”. Lo dimostrano anche il legittimo corollario della fissione atomica e del principio della forza statica derivante non tanto dalla stadera ossia dalla leva, ma piuttosto dalla forza di attrazione terrestre e dell’intero universo e dalla forza di gravità in infinite forme.

Si riporta qui la copia del brevetto dal titolo: “Leva ad azione statica”.

Vedi anche la piccola pubblicazione del sottoscritto dal titolo: “Congegno Per Ottenere Energia da Fonte Statica”, Palermo 1984, pubblicato in questo sito nel mese di gennaio del 2020.

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-17- La Madonna dell'Entrata

Alcuni temi circa la Madonna

  INTRODUZIONE

La devozione alla Madonna

I cristiani cattolici ed ortodossi hanno sempre cantato le lodi della Madonna, riconoscendola madre di Dio e sempre vergine con tutto ciò che questi fatti comportano. Dopo molti secoli la Chiesa latina ha anche riconosciuto ufficialmente che essa è Immacolata, cioè nata senza peccato originale, e, come Cristo, libera da qualsiasi altro peccato, e quindi come lui è assunta in cielo. Prima della dichiarazione ufficiale, la fede del popolo cristiano ha sempre creduto questi fatti, o per antichissima tradizione o fondandosi su ciò che nei suoi riguardi è detto nei vangeli, o applicando a lei le numerose profezie che spesso in modo simbolico le si possono riferire, o attribuendo a lei, certamente “termine fisso d’eterno consiglio”, tutto ciò che dopo Cristo nell’opera della redenzione è conseguito, e inoltre “quantunque in creatura è di bontade”. Tutte queste lodi e conseguenti titoli si riconosce che le convengano anche con valido fondamento logico. Gli esempi più illustri di questi procedimenti attributivi si hanno nelle liturgie di tutti i riti, cattolici o ortodossi, nella litania collegata al rosario in uso nella Chiesa Latina e nella Paràklisis e nell’Akàthistos in uso nella Chiesa orientale, con tutti i relativi valori di grande arte e poesia. Si aggiungono le altre lodi a lei tributate con pitture e sculture o grandi monumenti architettonici, nelle paraliturgie delle varie Chiese, o espresse da tutti i suoi fedeli e da tutti gli scrittori, artisti e studiosi che di lei cantano o scrivono o parlano. La Mariologia è pure materia di corsi di studi universitari o di intere Facoltà dedicate alla Madonna. Non è facile trovare qualche cosa che finora non sia stata detta. Tuttavia non può sapersi se lo sviluppo delle conoscenze possa ancora aggiungere o precisare qualcosa. Si desidererebbe per esempio il riconoscimento ufficiale, come dogma, di una forma devozionale diffusissima che dichiara la Madonna “mediatrice universale di tutte le grazie”. La Chiesa Bizantina canta un testo comunemente diffuso che sembra chiaramente esprimere lo stesso concetto. Come tale esso sembra avere valore dogmatico. Esso dice: “Prostasia ton christianòn acatèschinte, mesitia pros ton piitin amatàthete”…. (Difesa invincibile dei cristiani, mediatrice intrascurabile presso il Creatore….).

Si può ammettere che l’avvicinamento al mistero della Madonna, pur avendone sempre sentito parlare, possa svilupparsi progressivamente fino all’età adulta delle persone. Quel mistero nei bambini o adolescenti può essere non sufficientemente conosciuto o andare incontro a qualche necessità di chiarimento, anche per riflesso di espressioni devozionali, il cui significato potrebbe ulteriormente precisarsi. Questo fatto potrebbe giustificare il tentativo di proporre questa breve trattazione di alcuni temi riguardanti la Madonna, fondandosi accuratamente sui testi evangelici disponibili e da tutti controllabili nelle traduzioni, con preferenza però per l’originale che è scritto in lingua greca. L’interpretazione di alcune profezie che la riguardano, spesso espresse in modo simbolico, se non è ufficialmente proposta dalla Chiesa, presenta maggiori difficoltà, anche se è utile tenerne conto. Tutto questo insieme è certamente un grande mistero. I riflessi dei testi scritturistici sono abbondantemente presenti nelle varie liturgie e nelle forme devozionali del culto mariano. La domanda a cui ogni cristiano vorrebbe risposta potrebbe essere: Come ha fatto la Madonna a corrispondere al suo inimmaginabile compito?

Anche l’uomo nelle sue due componenti, maschile e femminile, è un mistero, e si potrebbe supporre che esso finora non facilmente e adeguatamente sia da tutti o anche da se stesso conosciuto e accettato in tutto ciò che comporta, con una conoscenza che sia anche guida al comportamento.

Nonostante le varie interpretazioni che possono leggersi, non sono mai risultate tanto convincenti le spiegazioni che si danno dalle parole di Gesù, almeno in due circostanze rilevanti, quando Egli, invece di chiamare sua madre “mamma” come certo fanno tutti gli uomini riguardo alle loro mamme, la chiama “donna”. Ritengo che qualche motivo un po’ misterioso ci debba essere, come quando Egli chiama se stesso “figlio dell’uomo”. Come Cristo è figlio dell’uomo, e vero uomo, e ovviamente l’uomo per eccellenza, così si potrebbe pensare che Cristo chiami sua madre “donna” intendendo indicarla non solo come vera donna, ma anche come la “donna” per eccellenza, come viene, ad esempio di ogni donna, indicata nella civiltà bizantina.

Ovviamente quanto in questo scritto si propone non intende minimamente allontanarsi dall’autentico insegnamento della Chiesa Cattolica, pur proponendo qualche concezione non comunemente diffusa. Diciamo qui una volta per tutte che allo scrivente dispiacerebbe molto se essa dovesse risultare ardita o inattendibile. In tal caso egli non ha nessuna difficoltà a ritrattarla conservando tutto il rispetto e la considerazione dovuti alla Madonna e alla Chiesa.

 

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