Agosto 2020

-9- Il Partito del Necessario n.1

 

Altro che rivoluzione industriale;

 possono succedere sconvolgimenti oltre che

meccanici anche sociali e politici

Prof. Ing. F. Costanzo

 

Faccio un veloce panorama di ciò che sulla leva, nelle varie formulazioni, è stato scritto nel corso dei millenni, o almeno su ciò che finora sono riuscito a trovare.

Se si vuole qualche parola di chiarimento, si può fare riferimento agli articoli di meccanica di questo sito pubblicati finora. Essi sono poche pagine utili a leggersi o rileggersi in quanto nei limiti del possibile entrano anche nei particolari. Ne esistono alcuni altri che potrebbero qui stesso pubblicarsi.

 

  1. La più antica leva è stata ricordata dal grande Davide, profeta, re e poeta del popolo ebreo, circa tremila anni fa. Egli disse: I pesi minori “posti sulla bilancia (che è una leva) vanno in su, più leggeri di un soffio, tutti insieme” (Salmo 61, 10). Questa frase è anche una preziosa e magnifica anticipazione della carrucola.
  2. Dopo quasi mille anni dopo Davide, cioè più di due mila anni fa, si trova la famosissima frase di Archimede riferita al fulcro della leva: “Dammi dove mi appoggi e ti muoverò il mondo”.
  3. Da circa quattro mila anni esiste la ruota senza che, a quanto mi dicono, sia stato mai individuato il principio scientifico del suo funzionamento. Esso si trova spiegato nei due relativi articoli pubblicati in questo sito: Meccanica n. 5 e n. 7.
  4. Nel secolo XVIII è stato formulato il così detto principio di conservazione dell’energia che dice: “Niente si crea e niente si distrugge ma tutto muta”.
  5. In aiuto ad esso è stata formulata la così detta regola d’oro della Meccanica che dice: “Nella leva quello che si guadagna in forza si perde in movimento”.
  6. In seguito ai principi 4) e 5) si nega decisamente la possibilità di realizzare un “moto perpetuo”.
  7. Il primo ad individuare la possibilità di moto perpetuo in seguito al mio congegno dal titolo: “Congegno per ottenere energia da fonte statica” realizzato per mezzo di una “leva a fulcro mobile” fu il Prof. F. Costanzo che mi propose di non nominarlo nemmeno a causa del gran numero di cose che sono state dette contro tutti i tentativi di realizzarlo. Ma poi seppi che egli l’aveva detto a una persona di sua fiducia che me l’ha riferito con queste parole: “Io la conosco, lei è quello che ha inventato il moto perpetuo”. Lo stesso Prof. Costanzo in seguito concluse: “Io ritengo che gli uffici Brevetti e Marchi di tutto il mondo che hanno ragionato sulla base dei sopradetti concetti (riportati qui ai numeri 4,5,e 6) farebbero bene ad aggiornarsi sull’argomento.
  8. Brevetto del sottoscritto dal titolo: “Leva a fulcro mobile” N° 1187228 concesso il 23 -12 -1987. Una volta individuato il tipo di congegno, come essenzialmente funziona, sono stati realizzati vari altri congegni già protetti da alcuni brevetti, tutti di uguale contenuto, ma differenti nella forma e tanti altri se ne possono costruire corrispondenti sempre alla fondamentale caratteristica segnalata da Ignazio Miraglia che disse: “Questo congegno è un moltiplicatore di energia”.
  9. Anche la direzione generale per la lotta alla contraffazione, Ufficio Brevetti e Marchi, Roma 23-1-2017 domanda N°102017000107574, interlocutoria sui requisiti di brevettabilità, dice: “Il trovato oggetto del brevetto è costituito da un dispositivo che produce in uscita una quantità di energia maggiore di quella che consuma”. Una parte di questa energia si può dirottare, alle debite condizioni, per ottenere il perpetuo funzionamento dello stesso trovato.
  10. Esistono tanti congegni sulla terra che, sempre con un punto di appoggio, possono esercitare delle spinte o delle trazioni come ad esempio i muscoli umani o animali, la leva, la botte di Pascal, ecc. Ma essi possono esercitare quella loro capacità solo se trovano idonea resistenza, data dalla forza di attrazione terrestre che determina i pesi. Se non ci fosse questa resistenza non si potrebbe esercitare nessun tipo di forza meccanica. Ma la stessa resistenza a sua volta può diventare spinta. Caso classico per la sua semplicità è quello della carrucola cioè una ruota appesa ad un vincolo che regga due pesi tra loro in equilibrio. Ma se si aggiunge anche un minimo peso all’uno o all’altro dei due pesi in equilibrio questi possono diventare alternativamente o traenti o resistenti, ossia o attivi o passivi. Quindi è sempre la forza di gravità o di attrazione della terra che nelle debite condizioni può o offrire resistenza o essa stessa diventare fonte di energia nel debito contesto. Così, come abbiamo detto, la forza statica sulla terra è il risultato di due forze, una opposta all’altra. Qualsiasi delle due se viene appena maggiorata diventa agente nei riguardi dell’altra che quindi diventa passiva. (Vedi anche N.1: l’osservazione di Davide sul peso minore).

Il Prof. Costanzo ha anche scritto su questo primo congegno: “Altro che rivoluzione industriale, possono succedere sconvolgimenti oltre che meccanici anche sociali e politici”. Questa frase indica il passaggio teorico e sperimentale della funzionalità di questo congegno, riguardo a ciò che si può ottenere. Segue ancora una terza serie di riflessioni sul modo di utilizzare quello che attraverso di esso si può fare.

La frase del Prof. Costanzo qui sopra riportata considera superati i tre pseudo-principi finora imperanti in tutto il mondo della meccanica N° 4-5-6, qui stesso riportati.

Come abbiamo più volte detto sulla spinta iniziale del Prof. Costanzo, che ha affermato con grande sicurezza che: “Contro questo congegno sbatteranno la testa i Professori delle Università di tutto il mondo, avendo a disposizione l’energia di attrazione terrestre, altrimenti in modo inesatto detta forza di gravità, si può procedere non solo al riconoscimento della correttezza di ciò che ha detto lo stesso Prof. Costanzo ma anche alla revisione di tutto ciò che finora è stato fatto con l’uso delle energie finora usate.

In primo luogo si può decidere di regolare il riscaldamento della terra sostituendo tutte le forme di energia che producono anidride carbonica che tra l’altro sono, oltre che dannose, anche costose e pericolose e cioè quelle del carbon fossile e del petrolio. Seguono quelle della pressione idrostatica, dell’energia atomica e tante altre. Alcune di queste sono state anche vagamente indicate nella presentazione del congegno dal titolo: “Una variante della stadera” (v. meccanica n.1). Oltre alla salute dell’uomo e del mondo, l’altro problema da affrontare è quello del sufficiente nutrimento dell’umanità, ottenendo la sua corretta e sufficiente produzione, conservazione e distribuzione per uso fondamentale e uguale di tutti i generi alimentari oltre che per l’uomo anche per gli animali. Non credo che sia necessario o utile continuare in questi elenchi nei quali si esercita continuamente l’infaticabile fantasia dell’umanità. Il vero problema finora irrisolto è quello del senso morale, logico e conveniente per tutti gli uomini, della produzione e della distribuzione di tutto ciò che serve e potrà servire, nel caso dell’alimentazione, della salute, dell’istruzione, della formazione giustamente scelta per tutti, cosa che quindi diventa campo di discussioni e di realizzazioni dei tempi futuri, sulla base di ciò che Dio stesso ha da sempre indicato.

Oltre agli sconvolgimenti meccanici fondati sulla negazione dei tre cosiddetti principi sopra indicati, che non si capisce come abbiano avuto tale successo in tutto il mondo, creando infinito danno e discredito di un campo di lavoro di grandissimo valore ed importanza, giustamente c’è da avviare una nuova meccanica fondata sulla vera fonte dell’energia che è l’attrazione terrestre e conseguente forza statica. Essa è resa dinamica nei modi indicati come ha suggerito lo stesso Davide, tre mila anni fa, presente oltre che nella bilancia anche nella carrucola come ha intuito che poteva trovarsi lo stesso Archimede se fosse riuscito ad individuare il fulcro adatto che cercava: “dammi dove mi appoggi……”. Si potranno avere inoltre tante alte forme di lavoro meccanico facilissimo da realizzare a costo gratuito o quasi e tanti altri vantaggi come quelli a cui abbiamo fatto già cenno. Sarà compito di tutti gli Stati del mondo di andare adottando progressivamente la nuova energia all’abbandono di quelle ora non più convenienti se non altro per il loro costo e rischio. Si dovrebbe badare bene all’adozione del nuovo modo di utilizzare l’energia di attrazione terrestre da sempre esistente. Se fosse troppo rigida o rapida, potrebbe produrre dei danni non facilmente rimediabili. Si dovrebbe pure procedere a calcolare attentamente quale sarà il risparmio che potrà ottenersi con l’adozione del nuovo uso dell’antichissima energia da sempre presente e conosciuta sulla terra. Ne conseguirebbe anche il possibile guadagno con l’adozione da parte di tutti gli Stati del mondo di piccole tasse per arrivare a provvedere per tutte le necessità di qualsiasi genere, da quelle di carattere variamente amministrativo fino a quelle necessarie e doverose per la vita stessa dell’umanità. Ne dovrebbe pure conseguire un adeguato mantenimento di tutta l’umanità senza limiti di confini e di generi di qualsiasi tipo assolutamente internazionali ed intercontinentali senza differenze di razze, culture, mezzi disponibili. Quant’altro può succedere è stato già previsto e realizzato da secoli dall’imperatore bizantino Eraclio con la sua riforma agraria che è l’unica che sia mai riuscita in tutto il mondo con splendidi risultati per quelli che l’hanno adottato. Ma i governanti di tutti gli Stati del mondo sapranno realizzare ciò che serve dando la precedenza alle necessità di tutti anziché ai possessi senza limiti, tenendo presente che non esistono qualità umane che valgano più del valore della persona e di chiunque, con tutte le precisazioni che possano e vogliano farsi.

 

 

Storia di un timore o di una necessità?

 

Nel 1984 presentai la mia prima domanda di brevetto N° 42007 A84 dal titolo: “Congegno per ottenere energia da fonte statica”, in seconda istanza perfezionata dal Prof. Ing. Francesco Costanzo, Professore di Macchine dell’Università di Palermo. Poi fu pubblicata a Palermo nello stesso 1984 in seguito all’intervento del Dirigente dell’Ufficio Brevetti e Marchi di Roma che disse: “Per tagliare la testa al toro di tutta la discussione su questo congegno, basta darlo alle stampe”.

Dopo circa 35 anni, dopo vari congegni e brevetti, quella domanda fu ripresentata all’Ufficio Brevetti e Marchi di Roma il 26-9-2017 col N° 1020170007574 con titolo: “Una variante della stadera”, con alcuni completamenti e revisioni.

All’inizio del 1984 non mi rendevo conto di quello che tale domanda poteva significare. Ma a complicare molto le cose fu lo stesso Prof. Costanzo col suo profondo ed attento e lungo esame di quel congegno per la seconda volta da lui stesso gratuitamente ricostruito. Egli a poco a poco indusse anche me a cominciare ad aprire gli occhi sul relativo argomento. Nel qui citato numero 1 di questo sito (20/01/2020) sono riportate le sintesi dei lunghi ragionamenti da lui fatti col sottoscritto, su quel secondo modello. Però egli non volle nemmeno che si facesse il suo nome per i motivi da lui stesso esposti. Per abbreviare questa lunga storia, dico che io stesso prima di parlare con lui avevo presentato il mio congegno a numerose persone di media cultura sull’argomento che tutte, in modo unanime, si espressero in modo favorevole su di esso. Mi sentii allora incoraggiato per andare a parlare col Prof. Costanzo col quale avevo già un buon rapporto di amicizia, e poi quasi con tutti gli altri Professori di materie scientifiche dell’Università di Palermo con i quali il discorso rimase sospeso. Nessuno di essi infatti si espresse in modo negativo sull’argomento, ma nemmeno nessuno fu apertamente favorevole. Prevaleva il dubbio. Quando mi capitava l’occasione mi misi anche a girare per le Facoltà Scientifiche di varie Università d’Italia andando perfino a parlare col Prof. Amaldi, ex allievo di Enrico Fermi, allora Professore alla “Sapienza” di Roma, che mi disse che non era il caso di mettersi a calcolare tutti i particolari del congegno; conveniva farlo costruire a perfezione, che così avrebbe parlato da solo. L’impresa non sarebbe stata molto costosa. Ma quando feci la prova, andando una dopo l’altra, in tre medie imprese meccaniche dell’Italia del nord, essa, per le mie possibilità economiche, risultò eccessivamente costosa. Ho scritto poi a un gran numero di imprese meccaniche dell’Italia del nord. Tutte risposero gentilmente ma non ci fu nessuna che volle mettere mano ad un’impresa del genere. Era dubbio o autentico spavento? Eppure non si trattava di qualche bomba atomica, ma qualcuno scherzando cominciò a dire che poteva diventare qualcosa di più della bomba atomica. Un grande industriale americano mi suggerì che conveniva parlarne attraverso un sito che ha la possibilità di una diffusione mondiale. L’idea del sito mi piacque molto, però per parlare in primo luogo degli argomenti di mio principale interesse e competenza che sono di carattere umanistico. Ma dovevo anche parlare un poco della meccanica del mio congegno sul quale io in tanti anni ho raggiunto ormai una qualche competenza in modo quasi del tutto autodidattico, assieme a ciò che sono andato imparando in così vario e vasto campo di incontri.

Ora non ho più niente da attendere; tra i vari pareri raccolti e le mie personali esperienze ritengo di avere acquistato un certo grado di sicurezza.

Ma spinto inizialmente anche dal Prof. Costanzo, cominciai a fare tutte le ipotesi di qualsiasi genere. Egli stesso cominciò a dimostrare che esse possono essere quanto mai varie ed importanti come quelle a cui si è già accennato e a cui vanno dedicate tutte le attenzioni. Ormai quasi tutte le possibili idee sull’insieme dell’argomento sono abbastanza solide. Non c’è motivo di non cercare di portarle avanti anche come senso di dovere. Del resto hanno prospettive di grandissimo sviluppo, e non hanno nessun pericolo, ma promettono grandissimo vantaggio per l’umanità come hanno detto tanti studiosi dell’argomento, già da me citati, ed io stesso ne ho accennato più volte nei pochi numeri di questo sito in cui ne parlo. Il relativo argomento, pur non essendo tanto semplice, ha finora radunato in pochi mesi più di duemila visitatori o lettori e l’interesse ormai non riguarda solo l’aspetto meccanico, come a suo tempo ha cominciato a dire il Prof. Costanzo. Nei successivi numeri di questo sito, fino al presente, ho anche parlato delle non comuni prospettive che si delineano a livello umanitario e non si può evitare di parlarne, non saprei per quale motivo.

I problemi attuali del clima e del vitto necessario per tutta l’umanità sono certamente i più impellenti da sempre. Abbiamo già parlato delle risorse naturali che mette a disposizione, a questo punto non la natura, ma il Padre Eterno, che le ha create e le ha messe a disposizione da sempre, senza che alcuno di essi abbia mai pensato di utilizzarle. Bisogna ora darsi da fare per realizzarle perfettamente, per metterle a disposizione di tutta l’umanità così come sono state create. Si può ancora continuare a parlare del funzionamento dei vari congegni e delle forme che possono andare assumendo, cosa che si può continuare a fare a piacere. Ma ora, per quanto mi riguarda, mi sembra giunto il tempo di esporre alcune idee sul loro uso, che non sono mie, ma sono quelle espresse dallo stesso Cristo, nella sua esposizione fatta sul Giudizio Universale. Poiché tanti hanno confermato le idee che hanno portato alla realizzazione di questo congegno, e tante altre del genere, o descritte o che ancora si possono immaginare e descrivere, se ci fosse qualche sbaglio, o si potrà correggere, o migliorare, o ormai sarà di responsabilità di tutti quelli che le hanno confermate. Ma questo si scrive solo per dovere di cautela. Del resto almeno alcuni di quelli che hanno avuto o che hanno notizia di questo congegno, mi hanno detto che ci sono tanti che hanno risorse economiche immense e anche possibilità di rivolgersi a persone di alta specializzazione per fare funzionare quel congegno a perfezione, che poi del resto non è molto costoso in proporzione al rendimento che può dare. Anche riguardo alla costruzione di infinite realizzazioni che possono farsi di esso per tutti i possibili usi, a disposizione di tutta l’umanità, la forza di attrazione terrestre come fonte inesauribile di tutti i congegni come questo che possono servirsi di essa, sono sempre disponibili nelle sue cinque qualità da me più volte indicate: pulita, gratuita, illimitata, ecc.

Poiché anche l’ingordigia umana potrebbe essere illimitata, il Padre Eterno ha disposto che essa non possa mai saziarsi come è successo all’antico Impero Romano i cui membri dovettero accorgersi che essi non potevano mai raggiungere i limiti di essa, e quindi con la riforma di Eraclio dovettero decidere che era necessario porli da sé stessi, adeguatamente ampi, ma comunque ragionevolmente mantenuti in modo che i mezzi per vivere possano essere sufficienti per tutti gli uomini che dovrebbero avere e abitare “una casa che fa fumo”. Del resto che importanza avrebbero dei limiti irraggiungibili dell’ingordigia di fronte al valore della vita umana che si confronta solo col paradiso o coll’inferno di questa vita o dell’altra, specialmente se essa dovesse mancare del necessario di fronte a sprechi irraggiungibili ed inintelligibili? Quindi diventa ragionevole che ognuno, avendo il suo proporzionato necessario, pensi anche al necessario di qualsiasi membro dell’umanità in tutti i campi e dovunque si trovi.

L’esposizione fatta da Cristo su questi argomenti, è la più bella e completa che possa immaginarsi, ed ha come garante di essa la Sua stessa persona. Dice infatti: “ io avevo fame… io avevo sete…ecc..”( v. Evangelo di San Matteo, 25, 31-46). Egli ha disposto che nel Giudizio Universale non ci siano più per nessuno conti in sospeso, perché allora, quelli che lo avranno ascoltato, saranno posti alla Sua destra, e quelli che non L’avranno ascoltato saranno posti alla Sua sinistra. Non ci sarà attesa di altre soluzioni, perché quelli della destra se ne andranno in Paradiso e quelli della sinistra, irrimediabilmente all’inferno. Lo stesso Gesù Cristo ha da ora stesso, ed avrà sempre l’autorità di fare quello che ha già detto e dice sempre.

Cosa si potrebbe fare ancora a questo punto?

 

Sempre in attesa di quel Giudizio Universale, per quelli che lo vogliono aspettare, finché sono ancora in questo mondo, si propongono alcune idee, che non dovrebbero sembrare peregrine. Come arrivare a tutti i tipi di necessità di tutti gli uomini di questo mondo, senza confini di Stati o di continenti, costituendo essi, pensanti e parlanti, una sola umanità? La possibilità di utilizzare a scopi economici la forza di attrazione terrestre, ossia la forza statica del mondo, permette di esporre fantasie o meglio programmi di questo genere. Almeno c’è la ferma speranza che esse possano realizzarsi come abbiamo cercato di dire in tutti i modi o di far capire non solo il sottoscritto ma anche quelli che hanno trovato ragionevoli le idee qui esposte. Ma lo stesso Cristo sempre nella sua esposizione del Giudizio Universale, tutto sommato, parla di tutte le necessità dell'uomo e si può capire che esse corrispondano a quello che sempre si possa presentare secondo i tempi. A chiunque non voglia capirle, Cristo dice chiaramente che esse sono obbligatorie per tutti come il pane, l'acqua e tutto il resto. Quindi, in poche parole, Cristo non riconosce che si possa disporre illimitatamente di qualsiasi bene si possa avere, ma quello che è oltre il necessario, come ha interpretato anche San Basilio e tanti altri santi, è dei poveri che altrimenti mancherebbero del necessario. Ancora Cristo dice di più: se vuoi essere perfetto vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri e poi vieni e seguimi. Questo vuol dire che è possibile condurre una vita comune entro i limiti del necessario in tutti i modi e in tutti i campi. Ma comunque ci sarà sempre qualcuno che voglia essere perfetto come tanti ce ne sono stati. Anche nell’interpretazione di San Basilio e di tutti quelli che lo seguono in tutto il mondo, ognuno certo può avere sempre il suo necessario, anche di proporzioni immense in tutti i campi, a condizione però che tutto quello che va oltre il necessario in tutti quei campi e dimensioni, sia destinato a coloro che mancano del loro necessario, ma non certo per condurre la vita spensieratamente. Per coloro che per ipotesi non volessero capire questo discorso, ci saranno sempre tutti i popoli, gli Stati ed anche i continenti per i quali è sempre necessario ed obbligatorio il discorso di Cristo. Esso è pure accettato da tanti altri che seguono perfino altre religioni in modo che la stessa intera società umana provveda a farlo realizzare da tutti. Del resto tante volte è capitato che molti o moltissimi si siano impegnati in imprese di qualsiasi genere anche non sempre buone come guerre, disprezzi, abusi ed anche con opere buone che però non arrivano mai al necessario per tutti. Come si fa ad organizzare una impresa come questa? Non potrei essere io ad avere una ispirazione del genere se non altro per gli avanzati limiti di età. Ma le idee che si lanciano possono anche camminare con i loro piedi ed essere realizzate come Cristo stesso ha detto che è anche obbligatorio, pena l'inferno. Quindi lo stesso Cristo, che non ama i discorsi costrittivi, per arrivare a minacciare le pene dell'inferno vuol dire che egli ha pensato che fosse necessario farlo. Del resto il povero uomo deve essere sempre minacciato per decidersi a fare qualcosa di essenziale? Come ipotesi, comunque, si può escludere che qualcuno voglia e possa tentare di realizzarlo?

Il metodo potrebbe essere quello, da moltissimi usato, della convinzione. In termini comuni si chiama democrazia e con essa quindi si può tentare di realizzare un pensiero forse nuovo di una democrazia mondiale che raduni tutti quelli che in tutto il mondo non arrivano al necessario e tutti coloro che gradendo un'idea del genere come Eraclio, nei suoi limiti non piccoli dei suoi tempi, riuscì a realizzarla. L'impresa è certamente enorme. Ma se Dio vuole è sicuramente capace di realizzare tutto quello che vuole. Del resto un “pensierino” del genere può anche essere suggerito dall' enormità del congegno finora presentato a tanti che pure l'hanno approvato.

Poiché però un'impresa del genere richiederebbe grandi mezzi, si giunge al momento opportuno che si riesca a realizzare e porre in produzione il congegno dell'energia da fonte statica ossia quello dell'attrazione terrestre o come si voglia chiamare. Esso fin dalla sua origine è stato destinato attraverso tutti i necessari impegni a provvedere a tutti i poveri del Giudizio Universale che nella loro vita su questa terra mancano del necessario. Per raggiungere questo obiettivo è indispensabile quindi che, chiunque sia in grado di farlo, disponga di questo congegno o di altri uguali ad esso, come rendimenti, anche se differenti nella forma, che potrebbero essere più utili. Quindi chiunque sia in grado di farlo e voglia farlo nell'ambito degli obiettivi del Giudizio Universale, può farsi sentire dal sottoscritto attraverso il mio indirizzo mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., per concordare l’utilizzazione di questo congegno. Il sottoscritto non vuole ricevere nessun utile per uso proprio. Chiunque vorrà utilizzarlo potrà concordare come voglia utilizzarlo conservando per conto suo tutto quello che può essere necessario per mettere su e gestire la conseguente impresa piccola, grande o grandissima e disporre dei proventi che spettano al normale lavoro di tutti. Quando ci saranno dei proventi essi non debbono servire all’arricchimento senza limiti di chi potrà gestirli. Essi dovrebbero essere destinati a provvedere attraverso un adeguato “Partito Democratico del Necessario” o nazionale o internazionale o anche intercontinentale ai vari bisogni effettivi di tutti gli uomini. Altre iniziative equivalenti allo stesso scopo, potrebbero prendersi ad opera del Cristianesimo e di tutte le altre Religioni che non penso che non vogliano partecipare a provvedere al necessario di tutti gli uomini del mondo che non possono arrivare ad esso. Ma comunque quando si passerà alla fase operativa, ci saranno sempre degli amministratori che concorderanno il da farsi secondo queste idee con tutti gli uomini di buona volontà del mondo per discutere sul modo migliore per realizzare e gestire tutte le attività necessarie per gli scopi sopradetti. Ritengo che il gran “Partito del Necessario”, o altro equivalente, poiché la necessità sarà sempre presente nella vita umana, potranno facilmente radunare tutte le persone che mancano di esso e tutti quelli che hanno intenzione di provvedere a che nessuno manchi più del necessario secondo lo spirito del Giudizio Universale, ossia dello stesso Dio.

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-12- IL GRAN LAVORO DELLE PONTIFICIE UNIVERSITA’ DI ROMA – LA RIFORMA DELLA PASTORALE E DELLA CULTURA CATTOLICA NEL MONDO

Dedicato alla Madonna “Theotòkos”

(Madre di Dio), Assunta in Cielo

 

PREMESSA

Ormai sembra evidente che il nostro XX secolo abbia segnato la fine di un’epoca durata circa un millennio, e dato inizio ad una nuova, almeno interessante tutta l’Europa che presto si estenderà a tutto il mondo. Dopo il felice periodo dei Comuni che ha visto il sorgere e l’affermarsi di figure come San Tommaso d’Aquino, Dante e tanti altri nell’ambito filosofico e teologico e in quello letterario e di alcune forme di amministrazioni democratiche in politica, avvenne il passaggio alle Signorie come inizio di una nuova epoca col prevalere di famiglie nobiliari. Il nuovo clima che si andò creando finirà col giungere alle dittature di destra e di sinistra del XX secolo in campo politico e nella stessa Chiesa con un tipo di orientamento che vide come suo ultimo rappresentante una figura certamente illustre come è stato il papa Pio XII.

Il sorgere del nuovo orientamento di apertura alle nuove tendenze era già cominciato col grande papa Leone XIII e la sua Rerum Novarum, ma ci vollero le due guerre mondiali ed il crollo delle due dittature e del lontano Giappone con le bombe atomiche, a spiantare del tutto quell’ormai quasi millenario orientamento di regni e dittature. Cominciò così ad affermarsi il mondo delle democrazie in campo sociale e politico e relativamente anche nell’ambito della Chiesa Cattolica, iniziate col papa Giovanni XXIII e il Concilio Vaticano II ed i papi seguenti. I primi sentori in campo ecclesiastico comparvero con le Università della Chiesa Cattolica, espresse principalmente dai vari Ordini Religiosi, delle quali nella sola Roma ce n’erano ben quattordici, tra le quali una di quelle che spiccavano maggiormente era quella Pontificia Gregoriana gestita dai Gesuiti. Tutte queste Università cominciarono ad indagare nella stessa organizzazione umana della Chiesa e sulla realtà civile nella quale esse vivevano sviluppando la relativa dottrina compatibile con la Rivelazione e relative dogmatica e morale che avevano una realtà che ormai da secoli, si era andata affermando. Alla Gregoriana e più o meno anche altrove si era andato sviluppando un esame delle proprie dottrine confrontate con quelle di coloro che erano “avversari” cioè quelli che sostenevano dottrine opposte e che ovviamente si consideravano erronee. Tra i relativi studiosi ce n’erano alcuni di fama mondiale, tra i quali, come esempio, eccelleva Bernardo Lonergan gesuita di origine canadese. Le linee essenziali della dottrina cattolica, abitualmente attaccata quasi su tutti i fronti, erano quelle della dogmatica e della morale e in campo filosofico quella dell’essere con tutte le relative precisazioni, con l’appoggio pressoché infinito di tanti altri specifici chiarimenti ed approfondimenti con l’opera di singole materie. Studiando attentamente i singoli problemi quasi in ogni campo diventava piuttosto facile fare i confronti e distinguere quelli ammissibili da quelli considerati manifestamente erronei, senza però passare a scontri a tutto spiano e cioè in modo discorsivo e chiaramente distinguendo ufficialmente tra le persone e le loro dottrine fino a quando e quanto era possibile. Ma c’era ancora un residuo dei tempi passati: i corsi seminaristici che si distinguevano da quelli accademici e non richiedevano né davano titoli di studio ufficiali, ma solo attestati di frequenza. Allora si riteneva che per istruire una popolazione in gran parte analfabeta non era necessario avere persone altamente qualificate. Così venivano mandate a studiare in tutte quelle Università delle persone scelte da tante parti del mondo che venivano accolte in collegi nazionali. Chiaramente allora la situazione culturale in queste condizioni di gran parte del mondo non era affatto brillante. L’intuizione di papa Giovanni XXIII e del Concilio Vaticano II sulla base di ben 900 (novecento) volumi di atti preparatori, durante gli atti del Concilio preparò un formidabile direi riassunto dei suoi atti pubblicato in tutto il mondo, che diede le premesse alla resistenza contro una massa di gente atea e materialista con un inizio di tanti gruppi. Uno di questi cominciò quasi inavvertitamente a formare tanti altri piccoli gruppi preparatori e a realizzare con essi fin dal 1967, a livello parrocchiale, dei corsi filosofici e teologici che cominciarono ad estendersi fino a quando nel 1977 pubblicarono un loro “Statuto Ragionato Provvisorio” che fu distribuito a tutte le parrocchie di Palermo.

Il vero inizio di questa attività cominciò quando il cardinale di Palermo Salvatore Pappalardo prese in considerazione l’attività già svolta per diffonderla, e fece dire al loro organizzatore, dal suo vicario Mons. Marcataio: “Sua Eminenza vuole che quello che finora avete fatto voi, ora lo faremo noi stessi. A te rimane l’onore di essere stato il primo ad avere iniziato questo tipo di lavoro”. Ma la situazione allora nelle Chiese locali come più o meno anche altrove non era tanto facile come gli era stato fatto presente da qualche anno prima, sia in campo civile che ecclesiastico sia nella pubblica cultura che nel campo morale di non poche persone. Gli inizi ad opera del Cardinale faticarono assai ad affermarsi per tre anni in tre differenti tentativi. Il primo con i Gesuiti di Bagheria presso Palermo, il secondo con le Suore del Cardinale Ruffini già impegnate ad operare nel campo di qualche ramo degli studi universitari. Ma non essendosi potuto avviare per queste due volte, il Cardinale Pappalardo decise di occuparsene personalmente e portò questa iniziativa nella sua stessa sede nel palazzo arcivescovile, partecipando spesso di persona, come è narrato negli atti di essa pubblicati in occasione del suo trentennio di inizio.

A coloro che ritenevano che un lavoro del genere difficilmente potesse riuscire, il Cardinale rispondeva: “Ma un lavoro del genere è una realtà funzionante (già da dieci anni) nella nostra Archidiocesi”. Lo stesso Cardinale si era convinto che un simile lavoro non era facile perché le condizioni generali della Chiesa, intanto locale, non erano tanto favorevoli sia in campo culturale che in qualche modo anche morale, essendo i due campi spesso collegati l’uno all’altro come è stato messo in evidenza. Il Cardinale decise così che in primo luogo bisognasse preparare il clero per agire in quel livello pastorale e parlare di filosofia e teologia con i problemi connessi. Allo scopo dovette recarsi a Roma nel 1980 per esporre al papa Giovanni Paolo II appena eletto, il suo programma di fondazione, a livello locale della Chiesa di Palermo e delle altre dell’intera Sicilia, di una o più Università filosofiche e teologiche collegate con le Università Pontificie di Roma. Ma lo stesso papa trovò qualche difficoltà a far decollare un programma del genere, a quel livello anche mondiale, ma egli non era persona da arrendersi davanti alle difficoltà di far decollare un tale programma e il 20 maggio del 1982 divulgò la sua lettera autografica di fondazione del Pontificio Consiglio della Cultura A.A.S. 74 (1982) 683-688. Il primo testo distribuito di tale Pontificio Consiglio, dal titolo: “Per una Pastorale della Cultura” (N° 285) fu pubblicato dalle Paoline nel 1989, via Francesco Albani, 21, 20149 Milano.

Non è facile seguire lo sviluppo di queste iniziative del papa e dei relativi incontri mondiali dei Vescovi. Ma a Palermo e in tante altre parti della Sicilia tale sviluppo diventò visibile. Lo stesso papa, ora San Giovanni Paolo II dal 1982 in avanti venne in Sicilia per ben quattro volte e nella stessa Roma egli da quell’anno in avanti segui personalmente lo sviluppo di esse come risulta da una serie di atti pontifici e di atti delle loro sezioni, più o meno finchè egli visse, come si può trovare in tutte le relative pubblicazioni, passim. Comunque anche a livello mondiale si andarono fondando centinaia e forse migliaia di Università sostenute o da grandi Diocesi o da raggruppamenti di alcune di esse con evidenti riflessi nelle parrocchie e nella formazione del clero.

Quando il Papa Benedetto XVI venne n Sicilia, sull’esempio già dato da San Giovanni Paolo II, trovò circa ventimila giovani e relative famiglie ad accoglierlo. Il Cardinale di Palermo, dandogli il benvenuto, disse che la sua venuta era un incoraggiamento per la Sicilia. Ma egli con evidente entusiasmo rispose che era lui stesso che se ne ritornava incoraggiato in Vaticano.

 

 

 

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